Il metodo Tomatis e il rifesso stapediale: su cosa agisce e perché?
Nei precedenti articoli abbiamo evidenziato quanto il nostro sistema nervoso sia plastico e come questa caratteristica sia un prerequisito indispensabile per l’essere umano sottoposto costantemente ad adattamento.
Il solo concetto di “Plasticità” però, non è in grado di spiegarci come la musica e il metodo Tomatis possano agire nei diversi ambiti in cui si propone di operare.
Per cercare di fare maggiore chiarezza oggi cercheremo di spiegare uno dei diversi livelli su cui il metodo lavora: “Il riflesso stapediale”.
Forse non tutti sanno che la membrana timpanica è ciò che separa l’orecchio medio dall’orecchio interno. Essa è dotata di grande flessibilità e svolge una funzione fondamentale nel passaggio del suono grazie alla catena degli ossicini, oltre che garantire la modulazione, amplificazione o riduzione dell’onda sonora.
Tutto ciò è garantito dal più piccolo dei muscoli presenti nel nostro corpo “lo stapedio”: lungo circa 1 millimetro questo muscolo striato regola la tensione della membrana svolgendo una funzione di protezione per l’apparato uditivo da stimolazioni troppo intense oltre che giocare un ruolo fondamentale nella discriminazione del suono.
L’orecchio elettronico, così come quasi tutti i trattamenti che usano il condotto uditivo e la musica, (es: Metodo Tomatis – Metodo AIT – SSP Porges) grazie a cambi improvvisi e imprevedibili di frequenze sonore, mantiene in constante lavoro il muscolo. Questa attività garantisce il miglioramento della percezione sonora, favorendo ad esempio nei bambini con disturbi dell’apprendimento la localizzazione del suono i cui effetti positivi sono visibile anche nella comprensione e nella pronuncia.
Ma l’effetto non si limita a questo.
Il suono svolge nella vita della persona un ruolo fondamentale dal punto di vista relazionale.
Gli studi Embriologici hanno reso chiaro lo stretto rapporto che esiste tra l’apparato uditivo, l’apparato fonatorio e i muscoli del viso. La Teoria Polivagale proposta dal Dott. Porges ha datato una lettura del sistema nervoso in termini filogenetici evidenziando il ruolo fondamentale del nervo vago. L’attività imposta dalle variazioni frequenziali sul muscolo stapedio determinano un feedback di risposta che migliora la percezione del contesto ambientale rendendolo più sicuro e favorendo nella persona quello che Porges chiama “social engagement”.
Per questo, in generale i trattamenti musicali basati su variazioni di frequenza possono migliorare la percezione dell’ambiente e rendere il contesto più sicuro per la persona. (come accade nei bambini affetti da sindrome Autistica, dove la riduzione della sensibilità ai suoni favorisce una migliore interazione sociale).
Questo semplice effetto garantisce pertanto la possibilità di migliorare la percezione del suono in termini di selettività e discriminazione, portando miglioramenti nel contesto dell’apprendimento, e nella percezione di un contesto più sicuro, favorendo la spinta comunicativa e migliorando l’interazione sociale in diverse patologie.
A presto
Centro Arteascolto
Dott.ssa Monica Fabrizia Carrara
Per approfondimenti:
Teoria Polivagale: State of Mind- Il Giornale delle Scienze Psicologiche –
Consultabile: https://www.stateofmind.it/teoria-polivagale/
An Integrative Review of the Effectiveness of the Tomatis Method in Children with Autism Spectrum Disorder di Irena Brbić, Laura Tomić – 22 luglio 2020
Consultabile: http://rad-med.com/wp-content/uploads/2020/10/08.pdf
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